INFINITE SEA WOODS 3
Mio Nonno aveva la propria casa sulla spiaggia di Scaglieri all’isola d’Elba. Era una persona di altri tempi, nato nel 1913, e mai nella sua vita ha usato un mezzo meccanico nonostante facesse il vino, lavorasse la terra e si riscaldasse con una stufa a legna. Tutto ciò che le mareggiate invernali portavano sulla vicina spiaggia veniva raccolto, tagliato e messo ad asciugare nella legnaia per la stagione successiva. Sin da piccolo ho fatto questo e anche da grande perché nonno è arrivato alla veneranda età di 98 anni.
Questi legni mi hanno sempre incuriosito. Sconosciuti, variamente colorati, dal rosso profumato al grigio cenere inodore e poi il candore del legno sbiancato, pulito, a volte incrostato da piccole forme di vita e mi evocavano fantasie su chissà quanto tempo e quali rotte e correnti li avevano fatti errare per mari da posti ignoti. Altre volte ritrovavo legna dritta con bulloni arrugginiti forse portata al mare da fiumi in piena.
Ognuno raccontava una storia e portava con sé segreti a cui non era possibile dare risposta.
Come appassionato di fotografia li ho immortalati in tutti i modi: in studio, sulla spiaggia al momento del ritrovamento, ma i risultati erano banali o meglio, la mia intima percezione evocata dalla loro essenza non era soddisfatta dalla mera immagine fotografica intesa come segno ‘indice’. L’intuizione giusta è arrivata dopo svariati tentativi con l’aiuto, sì, della fotografia ma anche dell’attrezzatura da falegname.
Ho cominciato così a fotografare i pezzi di legno e con gli stessi ho realizzato una cornice. Il risultato è una cornice imperfetta ma protagonista, che incornicia la fotografia di se stessa, composizione unica e irripetibile, con il suo segreto racchiuso e sconosciuto. Avevo bisogno di scarnificare l’idea, riportarla al suo sentire nascosto nell’ambito della percezione stessa e nello stesso tempo attraverso la fotografia conservare la materia, la sua texture, le sue incrostazioni casuali accumulate durante il viaggio in mare.
Con gli anni il lavoro si è evoluto sia dal punto di vista delle forme che delle geometrie e del colore. Ho cominciato ad usare anche vecchi legni di barche. All’inizio i legni erano i 4 lati della cornice fotografati su uno sfondo nero poi ho cominciato a modificare la realizzazione dell’immagine ripetendo la cornice all’infinito in continui ‘requadrage’ concentrici. Questa ricerca di fedeltà nel rendere artisticamente un profondo sentire ha svelato anche a me stesso la natura concettuale del mio fare arte aprendo nuovi scenari immaginativi».
FEDERICO SERRADIMIGNI
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ISOLA D'ELBA
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